Vino, “nettare degli Dei”, bevanda di un frutto della natura che dà sapore al sapere della storia dei popoli e dei luoghi dove si beve. Sapere e sapore che sono la sostanza dell’uomo sin da quando il primo uomo offrì una coppa di questo nettare alla sua compagna nel giardino terrestre. Vino, sensazione di forza al corpo e vigore alla mente, scorrendo senza soste nelle vene, diventando sangue vitale e saggezza per antiche civiltà. Vino e cibo, la reciproca esaltazione di sapori, profumi, sensazioni che scaturiscono dalla loro unione, impossibile separarli, l’uno è complementare all’altro, l’uno è l’elevazione dell’altro. Il vino si abbina al cibo per meglio qualificarlo, per farlo apprezzare ed esercitare sul cibo una funzione di supporto liquido e riuscire a bilanciare certe sensazioni estreme che il cibo può avere, accostamento nato da usi, tradizioni antiche o semplicemente dal proprio gusto personale. In questa giornata primaverile di inizio aprile, inizia il percorso di degustazioni al Vinitaly 2014, come portavoce dell’AIFB (associazione Italiana food blogger) alla quale appartengo, nell’ambito del progetto Young to Young. Padiglione 10, sala A ore 15,30, i food blogger incontrano tre giovani produttori, spinti da smisurata passione, professionalità e determinazione, moderati dai giornalisti eno gastronomici Paolo Grassobbio e Marco Gatti del Club Papillon.
Laura Bosio, responsabile delle Cantine Girolamo Bosio di Corte Franca (BS), bresciana come me, con il suo “Riserva Pas Dosè 2006” non poteva che essere lei la protagonista indiscussa di questo post di oggi. Con il fratello gestisce l’azienda di famiglia dal 2006, un’azienda relativamente giovane, appartenuta al nonno Girolamo, che seguendo le vecchie tradizioni e la tipicità della zona, produceva prevalentemente vini rossi. L’azienda oggi è cambiata, si cerca di valorizzare la qualità delle uve, non la quantità, ed ora il 90% delle 100.000 bottiglie prodotte ogni anno sono di “Bollicine Franciacorta” mentre il restante 10%, per tradizione di famiglia, di vino rosso. Ricorda con infinita dolcezza delle passeggiate tra le vigne a tenda, tra grappoli giganteschi, mano nella mano con il nonno, e di quella sensazione talmente unica ed indimenticabile del primo sorso di vino assaggiato a soli sei anni. Iniziamo la degustazione del suo vino, assemblato con un 70% di Pinot Nero ed un 30% di Chardonnay, senza zuccheri aggiunti, prodotto completamente naturale per un pubblico attento.
Naso affascinato dalla complessità degli aromi sprigionati, con prevalenti note di fieno e tabacco, leggermente speziato, un vino che ricorda i grandi Champagne. All’assaggio, corpo potente, forte e strutturato per la presenza massiccia di Pinot Nero, un vino importante per tutto pasto. Una riserva particolare ed unica dedicata al nonno Girolamo, un Franciacorta diverso dalle altre aziende presenti nello stesso territorio. Un vino consumato prevalentemente in Italia, in quanto esistono difficoltà a far penetrare nel mercato estero prodotti così d’eccellenza. Alla domanda, “a quale piatto accosteresti il tuo vino?”, la risposta non poteva essere che…”allo spiedo bresciano!”.
E’ ammirevole il coraggio, la grinta, la determinazione di questi giovani produttori, portavoce di storie antiche e vecchie tradizioni, messe a volte in discussione, cercando di trovare l’inevitabile connubio con l’innovazione e la modernità delle tecniche utilizzate. Secondo voi, a nonno Girolamo, piacerebbe questo vino?
4 Commenti
Il buon vino di solito trasmette passioni. Passioni per la zona dove è prodotto, passione di chi lo produce e che ne esalta le qualità con fatica, lavoro, conoscenza.
Hai raccolto benissimo la sfida dell'AIFB, hai dipinto una vigna, un vino, una famiglia… BRAVA!
Nora
Grazie Nora, è stata un'esperienza incredibile!
Un abbraccio
Claudia
Ciao Claudia grazie per la visita, sono felicissima di seguirti hai un blog ricchissimo di leccornie!!!! A presto!!
Ti ringrazio…a presto!
Claudia